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| Il tempo nella favola del bosco di Triuggio | |
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IL MITO, LA LEGGENDA, LA FAVOLA NELLA VALORIZZAZIONE STORICO |
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CULTURALE DI UN TERRITORIO PER IL BENESSERE |
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Prof. Emilio Minelli, Esperto in Culture Tradizionali e Divulgazione scientifica e culturale |
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In generale la persona che accede al mondo della favola entra in un mondo separato dal tempo ordinario delle sue occupazioni quotidiane, in un tempo celebrativo dei fatti e degli eventi costitutivi dell'essere umano. Anche la favola che abbiamo scritto ha dunque questa funzione di portare l'utente in un altro tempo, tuttavia nel caso specifico attraverso il riferimento puntuale al Cielo, (attraverso la proiezione dell'Orsa Maggiore sul terreno) e allo zodiaco che è un indicatore di tempo, lo spettatore si trova ribadita la necessità di proiettarsi in un tempo fuori dal tempo per poter ritrovare qui il tempo ciclico della rifondazione e della rinascita, che è il tempo necessario per giungere ad un compimento e per produrre nel ragazzo prima e nel cavaliere poi, la novità di un uomo nuovo completamente rinnovato rispetto all'uomo vecchio. Nella presente favola, tuttavia, accanto al tempo del mito introdotto dalla classica formula rituale "c'era una volta",si è scelto di mantenere un riferimento ad un tempo storico, allo scopo di stimolare nell'uditore un riferimento di contesto storico culturale all'area geografica su cui insorge lo spazio. Per questo accanto al tempo del mito (c'era una volta, incipit) viene subito collocato un tempo documentato e scandito dalla storia: quello della Regina Teodolinda. Questo viene fatto attraverso una trasposizione nella leggenda di fatti ed eventi che desunti da fatti probabilmente accaduti in un determinato periodo storico vengono ripresi e trasposti nella fiaba/leggenda per mezzo della figura del cavaliere di corte e dell'impossibile innamoramento tra una ragazza cristiana ed un cavaliere ariano dei tempi in cui avviene l'evento. |
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